Mangiare marmellata fatta in casa può sembrare un’opzione più salutare rispetto alle marmellate industriali, ma l’idea che possa aiutare a mantenere bassa la glicemia necessita di alcune importanti chiarificazioni. La glicemia, ovvero il livello di zucchero nel sangue, è influenzata principalmente dall’assunzione di zuccheri e carboidrati, e la marmellata, sia essa fatta in casa o acquistata, tende a essere ricca di zuccheri. Tuttavia, ci sono alcune differenze significative tra le marmellate fatte in casa e quelle industriali, che possono incidere sul loro impatto sulla glicemia. Ma mangiare marmellata fatta in casa tiene bassa la glicemia?
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Mangiare marmellata fatta in casa tiene bassa la glicemia: ecco la verità
Quando si prepara la marmellata in casa, si ha il pieno controllo degli ingredienti e delle quantità. Questo permette di decidere quanto zucchero aggiungere o, in alcuni casi, di non aggiungerne affatto. Le ricette tradizionali prevedono spesso un’alta quantità di zucchero per conservare e addensare la frutta, ma molte persone oggi preferiscono versioni più leggere, con meno zucchero o dolcificanti alternativi.
Riducendo la quantità di zucchero aggiunto, è possibile ottenere un prodotto che ha un impatto glicemico inferiore rispetto alle marmellate industriali, che spesso contengono elevate quantità di zuccheri raffinati, conservanti e additivi.
Tuttavia, anche senza aggiungere zucchero raffinato, la frutta stessa contiene zuccheri naturali come il fruttosio. Sebbene il fruttosio abbia un indice glicemico più basso rispetto al glucosio, esso contribuisce comunque ad aumentare i livelli di zucchero nel sangue, soprattutto se consumato in quantità elevate. Il controllo della glicemia dipende non solo dal tipo di zucchero consumato, ma anche dalla quantità e dalla velocità con cui viene assorbito nel flusso sanguigno.
L’indice glicemico (IG) è un parametro che misura la velocità con cui un alimento aumenta i livelli di zucchero nel sangue. Gli alimenti con un alto IG causano un rapido aumento della glicemia, mentre quelli con un basso IG hanno un impatto minore e più graduale. La marmellata, essendo generalmente ricca di zuccheri, ha un IG elevato. Anche se fatta in casa, la presenza di zuccheri naturali nella frutta non elimina completamente l’effetto glicemico. Tuttavia, utilizzando frutta con un IG più basso, come le bacche o le ciliegie, e limitando l’aggiunta di zuccheri raffinati, è possibile ridurre l’IG complessivo della marmellata.
Un altro concetto importante è quello del carico glicemico (CG), che tiene conto non solo dell’IG, ma anche della quantità totale di carboidrati consumati in una porzione. La marmellata fatta in casa con meno zucchero può avere un CG inferiore, il che significa che avrà un impatto minore sulla glicemia rispetto alle versioni più dolci.
La frutta, oltre agli zuccheri, contiene anche fibre, che svolgono un ruolo cruciale nel controllo della glicemia. Le fibre rallentano l’assorbimento degli zuccheri nel sangue, contribuendo a mantenere stabili i livelli di glicemia. Tuttavia, durante il processo di preparazione della marmellata, parte delle fibre della frutta possono essere perse a causa della cottura prolungata e della filtrazione, rendendo il prodotto finale meno efficace nel rallentare l’assorbimento degli zuccheri. Per preservare un maggiore contenuto di fibre, alcune persone optano per marmellate più grossolane, dove la frutta è meno lavorata.